Abbiamo già parlato del disastroso “restauro” del Teatro di Pompei, massacrato perchè da reperto archeologico potesse diventare teatro di eventi e spettacoli che la fragile struttura non avrebbe potuto sopportare per il suo stato di conservazione. La stessa operazione è stata compiuta in occasione del Giubileo ai danni dell’anfiteatro romano di Cagliari, violentato da pesanti gradinate di legno imposte su quelle originali e che, avendo sbriciolato il fragile calcare, mettono a rischio gli stessi spettatori.

Anfiteatro romano di Cagliari dopo il "restauro"
Oggi la giunta Floris ha rinviato ancora una volta il bando internazionale per la risistemazione dell’Anfiteatro, probabilmente perchè la Soprintendenza archeologica impone a chiunque ne intraprenda i lavori di risistemazione lo smontaggio delle gradinate, operazione che mostrerebbe al mondo quale scempio è stato fatto del monumento nel 2000.

L'Anfiteatro di Cagliari prima del restauro
Perchè il Pdl sardo si affretta a fare appelli all’uscente Ministro Bondi? Perchè a queste condizioni questa estate l’anfiteatro non potrà ospitare gli spettacoli, nonostante le sparate degli ultimi giorni: ben tre inchieste sono già state aperte perché lo spazio è stato dato in concessione senza bando di gara. Adesso che si tornerà a parlare di quanto costerà lo smontaggio delle gradinate – il Comune ipotizza una spesa di un milione e 200 mila euro e afferma di averne solo 500 mila – è il caso di ricordare anche chi si è macchiato di questa grave colpa, tanto evidente che il sovrintendente Minoja per tutelarsi si è rivolto alla direzione dell’Istituto Superiore per il Restauro e la Conservazione, per capire come procedere nei lavori. Prima di tutti proprio la Soprintendenza ha avuto anni fa le sue colpe insieme alla sinistra; allora tutti erano uniti a sostenere il Sindaco Mariano Delogu, promotore dell’operazione. L’Anfiteatro di Cagliari è una vergogna per tutti, non dimentichiamolo.
Non cederei alla tentazione di dire: la colpa è della destra o della sinistra, del sindaco Delogu o di.. chissàchì. Non la butterei neppure sulla Soprintendenza che talvolta non sovrintende poi abbastanza sui nostri beni identitari storico-archeologici.
Ma, assieme a quel ben di Dio che Cagliari ha ereditato dai popoli antichi, come la necropoli di Tuvixeddu, anche l’Anfiteatro romano merita rispetto e dovrebbe ritornare alla sua pubblica fruizione come monumento archeologico.
Invece, ad osservarlo dal basso, l’anfiteatro, dall’ombra delle impalcature di legno deteriorate, appare tutto forato ed anche “rinforzato” con antiestetiche opere cementizie.
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