Ah, le lodevoli iniziative della Soprintendenza archeologica della Calabria…Quale fantasia per la gestione dei tanti siti e musei archeologici della splendida regione. Come non apprezzare infatti, la mostra “Lungo la trama del discorso” che dal 18 maggio alla fine di luglio espone a Borgia, nel Museo Archeologico Nazionale di Scolacium, abiti e stoffe realizzati dall’artista prof.ssa A. Fidone, per “creare una simbiosi tra lo stile artistico dell’ordito ed il gusto estetico delle testimonianze antiche“. Chi è la Professoressa detta anche artista A. Fidone? mah…mistero.
E che dire della mostra fotografica ICHOS di Enza Polito nel Complesso Museale Casino Macrì presso il Parco archeologico di Locri Epizefiri? “La mostra è incentrata su alcuni scatti fotografici di opere antiche, quasi sempre immagini di divinità esposte nei Musei o nei siti archeologici italiani realizzati dalla fotografa Enza Polito. Il gioco delle luci e delle ombre, esaltato dalla fotografia in bianco e nero impastata di forti contrasti, determina una qualità scultorea dell’opera che si sovrappone alla mano dell’artista primigenio, così come alla mano invisibile del tempo“.
Il 18 maggio invece ci siamo persi l’evento dell’anno, presso il Museo Archeologico Nazionale della Sibaritide di Cassano all’Ionio: una “Performance interattiva con il pubblico, a cura della poetessa Anna Lauria e del fotografo Luca Policastri. “Nel Museo è stato previsto uno spazio in cui la poetessa ha letto i suoi versi dedicati alla storia di Sibari, mentre i visitatori sono stati immortalati singolarmente, colti nel momento contemplativo dal fotografo. Un solo scatto, per ognuno. Alla fine sono state proiettate tutte le foto. Contaminazione di poesia, fotografia, oralità, suggestioni“. Magnifico, mi piacerebbe vedere le foto dei visitatori e le loro espressioni estasiate.
Mentre questa inventiva inarrestabile produce eventini ed eventuzzi di serie C, i siti archeologici che potrebbero costituire sicuramente una attrattiva turistica nella regione sono abbandonati, ridotti allo stato di discariche. Alla Soprintendenza non servono 99 idee, che siano per il Museo di Reggio o per qualunque altro luogo, ne basta una: stare meno in ufficio a farsi venire colpi di genio, e controllare davvero il territorio che si dovrebbe tutelare, almeno tagliare l’erba, dai. Giacobbo, pensaci tu.