In giorni come questi rileggo con ancora più timore l’intervista rilasciata a Vittorio Zincone da Mario Resca, direttore generale per la Valorizzazione del ministero dei Beni culturali, pubblicata su Sette questa settimana. Questo il passaggio più inquietante:
Z.”Lei è uno di quelli che pensano che il patrimonio artistico serve a fare cassa”.
R. “Dopo aver visitato i nostri musei sono diventato un talebano della tutela e della conservazione. Negli ultimi quarant’anni il patrimonio è stato tutelato malissimo. E ora senza una buona valorizzazione non si va lontani. I musei e i siti culturali devono essere frequentati da più persone possibile. Vorrei che per gli italiani andare in un museo diventasse la normalità, come andare al cinema. Invece molti soprintendenti vorrebbero i musei vuoti. Hanno una visione elitaria della cultura”.
Z. “Sbaglio o lei manderebbe volentieri in pensione molti dei soprintendenti?”
R. “I soprintendenti sono studiosi straordinari. Ma per la gestione degli appalti di manutenzione e per la valorizzazione servono altre professionalità“.
Z. “Quelle come la sua?”
R. «Per guidare la Fiat non è stato chiamato il progettista di un motore Panda, ma un manager come Marchionne. Per gestire Pompei, che ha problemi di sicurezza e migliaia di visitatori al giorno, non ci si può affidare a un archeologo”.

Mario Resca

Sergio Marchionne